17/06/11

...i miei bottoni...me li gioco...



L’acqua celeste su fondo di terra marrone e le facce di una razza umana segnate da troppe valigie beige...I sassi lungo il fiume e le nuvole che galoppano giù dalle colline di un verde quasi quasi pastello...E il vino e le bollicine e le bolle di un bambino arlecchino in un carnevale quasi quasi allegro andante...In fondo alla via, forestiero, puoi trovare una tavola imbandita su una tovaglia a quadri rossi e bianchi attraversata dal fumo e dal sapore di un bel piatto contenitore di un bel gusto imbonitore di storie e merletti e sottane...Mille rosari sgranati dentro mille chiese e 1000 preghiere di mille altre religioni di altri mille poveri cristi...Le luci al neon dei kebab e dei cinesi e le candele votive accese al capitello del santo protettore delle donne incinte...La brava gente si accende di rosso carminio contro un inverno acerbo lungo i vicoli di una città murata ma aperta come un cielo turche sedi una primavera ventosa e di argento...E io qui di riffa o di raffa a celebrare le cose che succedono e i peccati veniali con alchimie colorate di bottoni come parole impronunciabili che non so dire o come asterischi di pioggia e chiavi di volta...I miei bottoni me li gioco come dadi o come carte volendo decorare le mani e i visi di donne rosa meravigliose....
(testo di Omar Scomparin scritto per chimajarno)...

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